Carriera in medicina ma non solo…La scelta di avere una famiglia, la gestione del quotidiano e degli imprevisti, la conciliazione tra vita privata e lavoro. E poi il vissuto con i colleghi, con i superiori, con i pazienti.
Questi gli argomenti toccati dal questionario sul tema “Uguaglianza di genere nella professione – donne e uomini hanno le stesse opportunità in medicina?” proposto ai propri iscritti da Univadis (sito Web gestito e di proprietà di WebMD LLC “WebMD” e / o Medscape, LLC “Medscape”, destinato ai professionisti sanitari).
Alle diverse domande del questionario hanno risposto 1779 medici italiani: tra questi, le donne che hanno partecipato sono 780, rappresentando il 44% del campione. L’elevata partecipazione femminile ha consentito di fare una serie di analisi di genere riportate per esteso in questo link (cliccare sull’immagine sottostante per accedere alla ricerca completa).
La principale preoccupazione dei medici intervistati, a prescindere dal genere, è di trovare un equilibrio tra vita privata e professionale con un pensiero in più, per le donne, in merito alle implicazioni legate alla presenza di figli.
Il 51% delle donne medico (contro il 18% dei medici uomini) dichiara infatti di aver rinunciato ai figli per la carriera o di averne avuti meno di quelli che desiderava. Quando invece una famiglia è in essere, malgrado un’apparente equa distribuzione nella gestione degli imprevisti e delle emergenze, è la donna medico a occuparsi prevalentemente della gestione sia dell’ordinario familiare che degli imprevisti, sentendosi spesso in difficoltà a causa degli orari di lavoro. Tra uomini e donne vi è inoltre una diversa percezione della gestione familiare, con i primi convinti di essere protagonisti di un impegno paritario più di quanto non percepiscano invece le donne.
In merito alla carriera professionale emerge che, nonostante entrambi i sessi dichiarino di essere interessati a perseguirla, l’appartenenza di genere rimane percepito come un elemento condizionante: il 44% delle donne, contro il 10% degli uomini, si sente infatti penalizzata nei processi di progressione della carriera. E di fatto, solo 1 donna su 3 ricopre un ruolo apicale
Nelle donne è forte la percezione di subire un trattamento diverso sul luogo di lavoro in quanto donna: questo sentimento è prevalente nelle professioniste più giovani, probabilmente più consapevoli dei propri diritti rispetto alle generazioni precedenti.
Peraltro, ancor quando la qualità scientifica dovrebbe essere l’unico metro di giudizio, le donne hanno la percezione di partire svantaggiate.
La differenza di genere, che le donne medico percepiscono enfatizzata dai colleghi uomini, è inoltre un elemento condizionante anche per i pazienti ed i loro familiari che spesso non riconoscono il ruolo professionale delle donne confondendole con altri professionisti sanitari, come ad esempio gli infermieri, svalutando la loro professionalità.
In conclusione, il sondaggio conferma come, nonostante la percentuale di donne medico sia cresciuta negli anni, continui ad esserci una forte disparità di genere in termini non solo di opportunità di carriera ma anche di priorità di scelte, spontanee od obbligate che esse siano.
Daniela Bernardi
(membro Consiglio Direttivo SIRM e membro Commissione Donne Radiologo SIRM)