SIRM Insight – Maggio 2025

  • Le leggi in Radiologia
    • Aggiornamenti legislativi recenti in tema di Radiologia
    • Indennità di rischio radiologico: sentenza della Cassazione
  • News dal Mondo Radiologico
    • Radiologia e ambiente: uno studio LCA fotografa l’impronta ecologica del settore
    • Il radiologo resta centrale anche nell’era dell’AI
    • Nuovi corsi FAD SIRM: un’opportunità formativa strategica per la radioprotezione
  • Young Radiologist corner / Research Pills
    • Glossario Digitale Radiologico

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Manuale della Qualità per impianti di radiologia secondo il D.Lgs. 101/2020

Il D.Lgs. 101/2020, all’articolo 164 e nell’Allegato XXVIII, prevede l’obbligo per i Responsabili di Impianto Radiologico (RIR) di redigere un Manuale della Qualità. Questo documento deve includere:

  • Elenco delle attrezzature medico-radiologiche soggette a controllo di qualità
  • Modalità di registrazione delle indagini radiologiche
  • Tipologia delle prove di accettazione e frequenza delle verifiche
  • Livelli diagnostici di riferimento adottati
  • Analisi degli scenari di esposizioni accidentali e indebite

Il manuale deve essere aggiornato in caso di nuove linee guida o documenti tecnici pubblicati dalle autorità competenti.

Per approfondire: Documento Intersocietario SIRM AIFM – Manuale di qualità D.Lgs.101/2020

 

Indennità di rischio radiologico: sentenza della Cassazione

Il 29 aprile 2025, la Corte di Cassazione (Sez. Lavoro, n. 11310) ha stabilito che l’indennità di rischio radiologico e il congedo aggiuntivo spettano anche a personale non medico (come infermieri strumentisti) che operi abitualmente in aree classificate come “controllate”, indipendentemente dal parere della Commissione aziendale.

La sentenza rafforza il principio secondo cui l’esposizione effettiva prevale sulle valutazioni formali.

Per approfondire. Cassazione Civile, Sez. Lav., 29 aprile 2025, n. 11310 – Indennità di rischio radiologico

Radiologia e ambiente: uno studio LCA fotografa l’impronta ecologica del settore

Qual è l’impatto ambientale delle attività radiologiche in ambito ospedaliero? A questa domanda ha risposto un recente studio pubblicato su Radiology che, attraverso un’analisi di tipo Life Cycle Assessment (LCA), ha valutato le emissioni di gas serra generate da un reparto di radiologia negli Stati Uniti nell’arco di dieci anni.

La LCA (Valutazione del Ciclo di Vita) è uno strumento metodologico che analizza l’impatto ambientale di un prodotto o servizio lungo tutte le fasi del suo ciclo di vita: dall’estrazione delle materie prime alla produzione, trasporto, uso e smaltimento. Lo studio ha seguito i principi della norma internazionale ISO 14040:2006, che garantisce rigore e comparabilità tra gli studi.

I risultati mostrano che, su un totale di 4,6 kilotoni di CO₂ equivalente, oltre la metà delle emissioni proviene dall’uso clinico delle apparecchiature diagnostiche, in particolare della Risonanza Magnetica (48%) e delle TC(24%). Altri contributi rilevanti riguardano la produzione delle apparecchiature (11%), i sistemi PACS (11%) e la gestione delle lenzuola (10%).

Lo studio offre una base utile per riflettere su possibili miglioramenti in termini di efficienza energetica e gestione delle risorse. In questa direzione si muove anche il position paper sottoscritto da undici società scientifiche internazionali — tra cui RSNA, ESR, ACR e ISR — che invita il settore a collaborare per promuovere pratiche sostenibili, integrare la formazione ambientale nei percorsi educativi e sviluppare soluzioni innovative in sinergia con l’industria.

Una radiologia più attenta all’ambiente non solo è possibile, ma rappresenta un’opportunità concreta per coniugare qualità delle cure e responsabilità ecologica.

Per approfondire: https://doi.org/10.1148/radiol.240398

 

Il radiologo resta centrale anche nell’era dell’AI
Terzo imparziale tra paziente e clinico, il radiologo mantiene un ruolo chiave nel percorso diagnostico, anche con l’avvento dell’intelligenza artificiale generativa.

Nell’era della medicina digitale e dell’intelligenza artificiale, la figura del radiologo non perde rilevanza. Anzi, diventa ancora più strategica. Come sottolineato in un editoriale pubblicato su La Radiologia Medica da Anna Colarieti e Francesco Sardanelli, il radiologo agisce da “terzo indipendente” tra paziente e clinico, garantendo un giudizio imparziale e fondato sulle immagini, soprattutto quando queste contraddicono sintomi soggettivi o ipotesi già formulate.

Oggi, i pazienti usano strumenti basati su modelli linguistici (LLM) per comprendere i referti. Parallelamente, i radiologi possono sfruttare queste stesse tecnologie per migliorare la chiarezza e l’accessibilità delle loro comunicazioni. Ma l’obiettività resta una prerogativa umana: la capacità di contestare, approfondire o fermare un percorso diagnostico in base a ciò che si osserva resta saldamente in mano al medico.

Tra le sfide odierne rientrano la gestione dei reperti incidentali, la comunicazione efficace dei risultati e il mantenimento di una relazione empatica ma trasparente con pazienti e colleghi. Anche nel contesto di referti digitali e telemedicina, il contatto umano – quando necessario – va preservato.

Per i giovani radiologi, digitali per nascita e formati con il supporto dell’AI, l’autonomia di giudizio va coltivata con l’esperienza diretta. In un sistema sanitario in trasformazione, il radiologo resta il garante dell’affidabilità diagnostica, punto di equilibrio tra tecnologia, paziente e cura.

Per approfondire: https://doi.org/10.1007/s11547-025-01967-3

 

Nuovi corsi FAD SIRM: un’opportunità formativa strategica per la radioprotezione

Roma, maggio 2025 – La SIRM annuncia con piacere il lancio di tre nuovi corsi FAD, gratuiti per tutti i Soci, pensati per adempiere all’obbligo formativo in tema di radioprotezione. Disponibili fino al 31 dicembre 2025 nell’Area Soci del sito SIRM, i corsi sono accreditati per tutte le specializzazioni di Medico Chirurgo e Fisico Medico, e rappresentano un prezioso aggiornamento professionale in linea con le più recenti normative europee e italiane.

Il primo corso, “Le novità del D.Lgs 101/2020” (4 ore), affronta i cambiamenti normativi introdotti dal decreto, con focus su manuale di qualità, audit clinico ed esposizioni a scopo non medico. Un’occasione utile per chiarire ruoli e responsabilità nella diagnostica per immagini.

Il secondo, “La radioprotezione nell’urgenza-emergenza, nella donna in gravidanza e nel feto” (6 ore), esplora l’approccio radioprotezionistico nei contesti clinici più delicati, con un aggiornamento sulle più recenti raccomandazioni internazionali.

Il terzo, “Comunicazione, livelli diagnostici di riferimento e nuove tecnologie” (9 ore), approfondisce gli strumenti di comunicazione del rischio, l’uso dei LDR e l’impatto delle tecnologie innovative, come il CT Dual-Energy, sulla sicurezza di pazienti e operatori.

Accanto ai corsi gratuiti, la SIRM propone anche interessanti FAD a pagamento, come “Incontri Radiologici Romani” (2 crediti), dedicato al consenso informato in radiologia, e “La Comunicazione in Senologia – Cardello” (5 crediti), entrambi validi fino a fine 2025.

Per i Soci, un’opportunità concreta per aggiornare competenze e garantire una pratica clinica sempre più sicura, efficace e consapevole.

Sindrome della Continuazione dell’Azygos o Azygos Continuation

Definizione:
La azygos continuation (o continuazione dell’azygos) è una variante anatomica congenita del sistema venoso, in cui la vena cava inferiore (IVC) non è presente nel suo segmento epatico e il ritorno venoso dagli arti inferiori e dall’addome viene drenato attraverso la vena azygos nel sistema cavale superiore.

Implicazioni cliniche e radiologiche:
Di solito è asintomatica e scoperta incidentalmente, spesso durante indagini TC o RM.
Può essere confusa con una massa paravertebrale a causa della dilatazione della vena azygos.
È importante riconoscerla pre-operatoriamente, ad esempio prima di eventuale chirurgia cardiovascolare o retroperitoneale.
Può associarsi ad altre anomalie congenite, come situs inversus, sindrome di heterotassia, o anomalie del ritorno venoso polmonare.

Azygos Continuation

Sindrome della Scimitarra

Definizione:
La sindrome della scimitarra è una rara anomalia congenita del ritorno venoso polmonare, appartenente al gruppo delle anomalie del ritorno venoso polmonare parziale anomalo (PAPVR). Prende il nome dalla tipica immagine radiografica generata dalla vena anomala, che ricorda una scimitarra, cioè una spada ricurva mediorientale.

Nella sindrome della scimitarra, una o più vene polmonari del polmone destro drenano, in maniera anomala, nella vena cava inferiore (invece che nell’atrio sinistro), creando uno shunt da sistema venoso polmonare a sistema venoso sistemico e conseguente sovraccarico delle camere cardiache destre.

Implicazioni cliniche e radiologiche:
Radiografia del torace: mostra una linea opaca arcuata nel campo medio-inferiore destro → segno della scimitarra.
Angio-TC o RM cardiaca: confermano il ritorno venoso anomalo e valutano le dimensioni delle camere cardiache destre e del piccolo circolo
Ecocardiogramma trans-toracico o trans-esofageo: utile per lo studio dello shunt.
Cateterismo cardiaco: nei casi con indicazione chirurgica, per valutare pressione polmonare e dimensione dello shunt.

Sindrome della scimitarra

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