Quasi 4 mila atleti attesi ai Giochi Olimpici Milano-Cortina. La SIRM: “La radiologia deve puntare su prevenzione degli infortuni e riduzione dei danni”.

La Presidente Gandolfo: “Vogliamo offrire modelli di appropriatezza, sicurezza e comunicazione, per ridurre l’abuso diagnostico e garantire percorsi realmente utili a chi pratica sport”

Cortina, 15 dicembre 2025Sono quasi 4mila gli atleti previsti per i Giochi Olimpici e Paralimpici Milano Cortina 2026: un numero importante, che evidenzia la necessità di supporto medico per la prevenzione e il trattamento delle lesioni da pratica sportiva.

Per aggiornare all’uso appropriato dell’imaging diagnostico i clinici che saranno impegnati ai Giochi, la SIRM (Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica) ha organizzato il corso di formazione “Il ruolo della diagnostica per immagini nella valutazione dell’atleta”. L’ultimo dei tre appuntamenti – i primi due si sono tenuti a Milano e Roma – si è svolto a Cortina d’Ampezzo alla presenza di 23 relatori e un centinaio di professionisti sanitari.

“Oggi, anche se solo il 3% della popolazione pratica sport regolarmente, tuttavia 16 milioni sono i tesserati alle varie federazioni o associazioni sportive affiliate al CONI; un numero elevato di atleti in grado di generare una grande pressione sul SSN sia nella fase di avvicinamento allo sport (idoneità) sia per le eventuali lesioni e alterazioni dell’organismo a seguito della pratica sportiva. In questo scenario la diagnostica per immagini riveste un ruolo centrale nella medicina dello sport – spiega Nicoletta Gandolfo, Presidente SIRM e Direttore del Dipartimento Immagini Asl3 di Genova – Il percorso formativo avviato con gli incontri del 18 e 24 novembre a Milano e Roma, e concluso con questo terzo appuntamento a Cortina, rappresenta un progetto ambizioso nato nel 2024 e oggi pienamente condiviso con Milano-Cortina 2026. Si tratta di momenti di confronto pensati non solo per i radiologi, ma per l’intero team che si prende cura dell’atleta (sia esso professionista o praticante giovanile e amatoriale) quali ortopedici¸ cardiologi, medici dello sport, fisiatri, fisioterapisti, neurologi. L’obiettivo è costruire una formazione realmente congiunta, in cui il nostro sapere tecnologico possa integrarsi con l’esperienza clinica, così da migliorare la gestione dell’atleta dal momento dell’infortunio fino al ritorno alla piena attività. L’imaging diventa quindi non solo strumento di diagnosi, ma anche di predizione del rischio e il radiologo formato in medicina dello sport diventa così parte attiva del team medico e garantisce che la pratica dell’imaging rispetti i principi di sicurezza e appropriatezza. Per SIRM partecipare alla straordinaria avventura delle Olimpiadi Invernali Milano Cortina significa contribuire con le nostre competenze alla salute degli atleti e alla costruzione di un modello di cura integrato che supporti le decisioni di cura più appropriate di interesse nazionale.”

“La prevenzione è il primo vero strumento di tutela della salute degli atleti, e la radiologia ricopre un ruolo decisivo sia nella valutazione dell’idoneità  alla pratica sportiva nei casi clinicamente dubbi soprattutto nella alterazioni dell’apparato cardio-vascolare  – aggiunge Andrea Giovagnoni, Past President SIRM – che nella immediata e accurata diagnosi in caso di infortuni che possono colpire chi pratica sport non solo  delle lesioni muscolari e tendinee e articolari ma anche quelle dei traumi più complessi toraco-addominali o neurologici. Per questo è fondamentale che i team medico-sportivi sappiano orientarsi con criteri rigorosi di appropriatezza e sicurezza: scegliere la metodica corretta, evitare esposizioni non necessarie a radiazioni ionizzanti o l’uso improprio del mezzo di contrasto, comunicare i risultati con sensibilità e chiarezza. Una diagnostica sbagliata o eccessiva può portare a interruzioni inutili dell’attività, tempi di recupero inappropriati e a trattamenti non necessari, con ripercussioni sia sull’atleta che sulla squadra. Il nostro compito è costruire percorsi di risposta rapidi, sicuri e integrati con tutte le altre discipline sanitarie, così da fornire ai clinici e agli allenatori, ai preparatori atletici, informazioni precise sui tempi di rientro e sui rischi di recidiva. Gli incontri formativi che stiamo realizzando rappresentano un investimento culturale indispensabile: preparano i professionisti che dovranno operare in un contesto estremamente esigente come quello olimpico e rafforzano una visione della radiologia centrata sulla sicurezza e sulla qualità.”

“Milano Cortina 2026 rappresenta una sfida senza precedenti per l’organizzazione dei servizi medici, con 13 location tra stadi, arene, piste e centri sportivi, distribuite su un territorio molto vasto che include ben 3 regioni italiane – commenta Giuseppe Massazza, Direttore di Servizi Medici di Milano Cortina 2026, Direttore del Dipartimento di Ortopedia, Traumatologia e Riabilitazione dell’Università di Torino –. Proprio per questo, la formazione diventa un pilastro strategico: eventi come questo permettono di condividere competenze, protocolli e visione con chi sarà in prima linea. Il nostro obiettivo è garantire un sistema sanitario olimpico efficiente, integrato e perfettamente coordinato con le realtà locali, che hanno mostrato grande impegno e voglia di mettersi in gioco. Il radiologo medico formato in medicina dello sport ricoprirà un ruolo decisivo nel percorso di diagnosi e gestione degli atleti e sarà parte di un percorso di sviluppo in termini di tecnologie e know-how.”

“L’imaging ha un ruolo centrale nella diagnosi e cura dei traumi muscolo-scheletrici – sottolinea Luca Maria Sconfienza, Direttore dell’Unità Operativa di Radiologia Diagnostica e Interventistica e Vice-direttore Scientifico, IRCCS Ospedale Galeazzi di Milano –. Le patologie muscolari come stiramenti, distrazioni e lesioni costituiscono una delle principali cause di inattività sportiva: per trattarle è necessaria una valutazione integrata che includa diagnostica per immagini, analisi biomeccanica del gesto sportivo e gestione terapeutica multimodale, per facilitare il ritorno all’attività fisica con una riduzione del rischio di recidive. L’importanza di questo approccio nelle competizioni sportive è dimostrata dall’utilizzo sempre più intensivo dei dispositivi diagnostici, come nelle ultime tre edizioni dei Giochi Olimpici estivi, in cui l’impiego della risonanza magnetica è aumentato sensibilmente. Sapere come trattare gli atleti e con quali strumenti significa garantire anche un corretto utilizzo delle risorse del SSN.”

“Le Olimpiadi e Paralimpiadi Milano Cortina 2026 rappresentano un appuntamento di grandissima importanza, non solo sul piano sportivo ma anche su quello organizzativo e sanitario – conclude Ettore Squillaci, Direttore UOC Diagnostica per Immagini Ospedale Isola Tiberina Gemelli Isola –. Garantire un sistema di assistenza medica all’altezza di un evento di questa portata è una priorità. Oggi, grazie alla radiologia sia gli atleti che gli sportivi non agonisti possono contare su strumenti all’avanguardia non solo nella diagnosi ma anche nella cura attraverso trattamenti mininvasivi effettuati in ambito radiologico. Iniziative formative come quella promossa dalla SIRM confermano l’impegno delle società scientifiche nello sviluppo di competenze condivise: è un lavoro che valorizza il nostro Servizio Sanitario Nazionale sia dal punto di vista operativo che economico.”

Il progetto affonda le sue radici nell’intuizione di Carlo Faletti durante le Olimpiadi di Sestriere 2006 e trova oggi nella SIRM la sua vera radice culturale e sportiva: un percorso che dimostra come la radiologia medica possa essere parte integrante di un modello di cura moderno, integrato e orientato alla qualità.

Rassegna stampa

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